Su Prugadoriu di Seui: dove la Sardegna incontra il mistero
Ogni anno, tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre, Seui si trasforma: il paese si veste di luci fioche, zucche intagliate – chiamate “sa mortigedda” – e profumi di cucina tradizionale. È tempo di “Su Prugadoriu”, la festa che rievoca un’antica tradizione sarda dedicata alle anime del Purgatorio e che affonda le radici nella notte dei tempi.
Il significato e la leggenda
La leggenda narra che, nella notte in cui il confine tra vivi e defunti si fa labile come un soffio di vento, le anime degli antenati tornino a visitare le strade, le case, i cari che hanno lasciato. A Seui, per onorarle e portare fortuna, i bambini percorrono i vicoli del centro storico chiedendo offerte “po’ is animas” (per le anime): pane, dolcetti, castagne o altri doni, in un rito di condivisione che unisce tutte le generazioni. Tramite gesti simbolici, racconti e costumi, l’anima del paese si risveglia e la memoria diventa esperienza viva, tra suoni di campane, candele tremolanti e racconti di magia.
Un’esperienza coinvolgente tra storia, sapori e tradizioni
Durante “Su Prugadoriu”, il centro storico di Seui si trasforma in un vero e proprio teatro a cielo aperto. Le antiche case si aprono come “mangasinus”, botteghe e cantine dove si scoprono i sapori tipici come i culurgionis, il formaggio fresco, vini dell’Ogliastra e dolci tradizionali. Artigiani, musicisti ed espositori locali animano le vie con spettacoli, suoni e laboratori, regalando ai visitatori un’immersione autentica nella Sardegna rurale.
La festa coinvolge tutte le età: dai laboratori per i più piccoli alle rievocazioni storiche, dalle degustazioni ai concerti, fino al suggestivo rito collettivo della questua delle anime. Qui si vive la Sardegna profonda, in un’atmosfera sospesa tra superstizione, spiritualità e senso di comunità.